appello

Appello a tutti...

Quest'anno il Lampedusa in Festival è arrivato alla sua terza edizione. Con molto entusiasmo stiamo portando avanti questa iniziativa che riteniamo sia importante per Lampedusa, i lampedusani e tutti coloro che amano l'isola. Purtroppo, anche quest'anno, dobbiamo fare i conti con le nostre tante idee e i nostri pochi fondi per realizzarle.

Chiediamo a tutti coloro che credono nel Lampedusa in Festival e nel lavoro che Askavusa sta facendo -rispetto all'immigrazione e al territorio di Lampedusa- di dare un contributo, anche minimo, per permettere al Festival di svolgere quella funzione di confronto e arricchimento culturale che ha avuto nelle passate edizioni.

Per donazioni:
Ass. Culturale Askavusa
Banca Sant'Angelo
IBAN: IT 06N0577282960000000006970

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mercoledì 11 marzo 2009

Lettera di un lampedusano agli abitanti di Redeyef

Cari fratelli è notte e sono stanco, ho finito adesso di mettere , assieme ad alcuni amici, nei tergicristalli delle macchine, un volantino che informa la popolazione di Lampedusa che oggi sono arrivati i prefabbricati per il nuovo centro di identificazione e espulsione che il governo italiano sta costruendo a Lampedusa nonostante il dissenso della maggioranza di noi lampedusani.Ho letto un articolo che parla della vostra protesta, scritto da un vostro connazionale Omeyya Siddik che ho avuto il piacere di conoscere.Mi sento vicino a voi, e credo che stiamo lottando per la stessa causa, la stessa per cui lottano i monaci tibetani, la stessa per cui lottano molti altri, una battaglia repressa con la violenza.Mi sento di dirvi che l'unica via è l'amore, la via apparentemente più difficile e quella sicuramente più giusta, a qualcuno può sembrare utopia questo ragionamento ma io so che voi mi capite.Chi ha tanto non può capire, nella povertà si trova spesso la dignità più alta, io non sono povero ma aspiro ad esserlo, perche chiha troppo è accecato e non vede.La nostra lotta è per il diritto e per la dignità dell'essere umano e voi lo sapete bene, ma purtroppo qui in Italia non si conosce nulla della vostra situazione, chi arriva è visto come un pericoloso criminale, che viene a rubarci il lavoro, e a commetere reati feroci.La violenza e l'avidità sembrano sovrastare tutto, la paura di chi è diverso da noi sembra essere più forte di qualsiasi slancio umano, l'indifferenza per le sofferenze altrui, il non volere neanche sapere cosa succede in altri posti sembrano avere la meglio.Ma io ho fede nell'immenso, credo che il bene sia superiore a tutto, che nella sofferenza si possa trovare una via per la giustizia, credo in Dio che è amore assoluto, e credo che il mondo non ci appartenga che neanche la nostra stessa vita ci appartenga, è un dono meraviglioso che dovremmo rispettare e far rispettare, ma chi ha il potere vuole solo mantenerlo e fare più soldi, e qualcuno dice "Ma cosa te ne frega, il mondo è stato sempre cosi e sarà sempre cosi, tira l'acqua al tuo mulino" cosa potrei rispondere, spesso ho solo rabbia e senso di impotenza e quasi sempre i fatti danno ragione a chi parla in questo modo.Ma poi succedono cose miracolose, succede ad esempio che i vostri connazionali ed altri immigrati chiusi nel centro di Lampedusa scappano e si ritrovano a manifestare insieme a noi in piazza, succede che le stesse persone che fino a poco tempo prima sentivi parlare con toni quasi razzisti abbracciano gli immigrati e gli offrono da bere e gli danno da mangiare, li fanno riposare nelle proprie case, gli offrono un pasto caldo, e questa è la speranza ed è questa la Lampedusa che io vorrei ed il mondo che mi piacerebbe che fosse.Prima di tutto siamo esseri legati alla luce e al mistero, prima di essere di una nazione siamo della terra, questa minuscola sfera che girà nell'infinito, prima di essere vestiti siamo nudi, quando nasciamo abbiamo freddo e qualcuno ci scalda e gridiamo perche intuiamo la sofferenza che ci attende, ma alcuni nascono in silenzio altri addirittura ridono, e siamo tutti nudi e indifesi.Prima di pensare ai consumi si dovrebbe pensare ai bisogni, prima di aspirare ad avere dovremmo imparare a donare, prima di imparare a donare dovremmo imparare a donarci, prima di giudicare dovremmo conoscere.Quando leggevo quello che vi sta capitando provavo ad immaginare i vostri visi, le vostre espressioni, e stranamente vi immaginavo sorridenti, fieri , vi immaginavo nelle case con pochi oggetti che preparavate da mangiare e parlavate e i vostri figli piccoli ascoltavano i vostri discorsi, e voi neanche ci facevate caso, ed intanto stavate cambiando il mondo.Vi voglio bene Giacomo Sferlazzo.

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